Sono state pubblicate ulteriori sentenze (sette che si aggiungono alle precedenti sei) della Cassazione che confermano e rafforzano la condanna dell’abuso nella reiterazione dei contratti a termine dei docenti precari di religione.
Questa volta sotto la lente della Cassazione sono giunte le sentenze delle Corti d’Appello di Salerno e di Palermo. In una di queste, in particolare (n.24761/2022), la Suprema Corte evidenzia che la quota di fabbisogno del 30% lasciata alle assunzioni non di ruolo è “considerevole” ed è “evidente che dilatazioni e contrazioni annue ben difficilmente possono raggiungere quelle misure percentuali” per cui si ripropongono, negli anni, contratti a tempo determinato nonostante i posti siano confermati come disponibili anche per decenni.
Si rafforza quindi l’orientamento giurisprudenziale favorevole alle ragioni degli insegnanti precari di religione e si arricchisce di ulteriori argomentazioni che confermano ciò che lo Snadir ha affermato negli anni e di recente negli incontri con i parlamentari che hanno portato alla definizione della procedura straordinaria riservata per coloro che hanno maturato più di 36 mesi di servizio.
Adesso occorre superare l’illogica quota del 30% che crea precariato e portare la dotazione organica di posti almeno al 90%.
Fgu/Snadir – Professione i.r. – 31 agosto 2022 – h.20,00
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