ah, internet, che bel tam- tam per le donne del mondo!
servizio sul forum internazionale, genesi_agenda_21, venezia,17- 18 maggio 2002.
in una venezia affocata dal caldo e dal non funzionamento dei vaporetti che come dire peggio che andare in pellegrinaggio a s. giacomo di compostela e con la gente incuriosita dal frastuono del festival di cannes, dove le donne appaiono “come tu mi vuoi”, cio come l’altro genere( ma noi lo siamo sul serio un genere?) al maschile ci pensa, ci sogna, ci assoggetta, ci tormenta, un manipolo di coraggiose, provenienti dal nord e dal sud del mondo, si sono ritrovate nel vecchio auditorium s. margherita( chi si ricorder questa piazza come la battaglia campale contro la mostra del cinema negli anni ’70, proprio da quegli stessi autori italiani che oggi frequentano cannes e ne sono osannati ?) per stendere, dopo accesa discussione, una carta delle richieste dell’agenda 21 delle donne per il non lontano summit della terra a johannesburg che si terr nel settembre 2002.
ritrovarsi tra queste donne, coloratissime, allegre, capaci di sacrificio e determinazione che si sono collegate attraverso la rete da un capo all’altro del pianeta, per discutere, proporre, informare, creare, fa bene al cuore, specie a noi occidentali con la puzza sotto il naso.
la prima, stupefacente scoperta che internet funziona davvero: per le donne quello che fu il tam- tam dei primitivi o dei pi allegri pellirossa dei tanti vecchi films americani, per informare del pericolo che correvano.
non che l’abbiano potuto scongiurare( e speriamo non facciano la stessa fine le interconnessioni al femminile), per una traccia l’hanno lasciata.
le donne, infatti, da tutte le regioni del mondo, senza troppo fracasso, stanno stendendo una rete sottile, avvolgente, capace, documentata di informazioni su come si deve agire per offrire anche alle future generazioni una terra che sia la “casa”, il nido, il luogo dove esprimersi, crescere, prosperare, incontrarsi, dialogare in pace e giustizia, non bloccando il progresso, ma facendolo avanzare in modo sostenibile da tutti.
un sogno, una speranza, un’utopia?
forse, per le donne silenziose avanzano nel sociale e non permetteranno che domani ci sar il deserto per le prossime generazioni.
sfrondando dalle varie proposte il quid, quello che conta e su cui si batteranno le donne dell’agenda 21, si pu dire che:
– lo sguardo e le esperienze delle donne stato il filo rosso che ha intrecciato tra loro le diverse tematiche affrontate.
le donne, che si voglia o no, rappresentano il 70% degli 1,3 bilioni che vivono sotto la soglia di povert e che, mentre molto spesso proprio dal lavoro delle loro mani che proviene la maggior parte della produzione agricola, possiedono meno dell’1% della terra.
dal punto di vista della rappresentanza politica e del coinvolgimento nei processi decisionali, la percentuale delle donne nei governi , sul piano mondiale, del 12,7 %, mentre le donne rappresentano solo meno del 5% in posizioni esecutive nel campo economici e politico(perch? e’ facile dire che la politica sporca, che il potere corrompe e disumanizza, ma se mai cominciamo, cosa pretendiamo.marte?).
-sono stati messi in luce alcuni cambiamenti intercorsi dall’ultimo summit di rio (1992: dieci anni sono tanti e le cose sono peggiorate, non migliorate: quante speranza, allora!)) rilevando che dal punto di vista delle dinamiche economiche e politiche internazionali, la situazione pessima: il rischio poi che le varie assise intergovernative che si organizzano qua e l nel piccolissimo villaggio che diventato il pianeta si riducano a dichiarazioni di intenti, alto.
d’altra parte stata messo in evidenza, attraverso i vari progetti e esperienze presentate al forum internazionale di venezia, che sul piano locale, nei quattro angoli del pianeta, la societ civile pi che mai vivace.
risulta allora essenziale che i governi prendano in considerazione questa vitalit e seguano le proposte che emergono nelle realt locali.
e’ a queste esperienze dal basso che l’agenda 21 delle donne, il documento che riassume le pratiche e visioni sul futuro del pianeta di migliaia di organizzazioni di donne del nord e del sud del mondo, si ispira.
quali sono le priorit che saranno usate come strumento propositivo nei confronti dei rappresentanti dei governi di tutto il mondo che si troveranno a johannesburg a fine agosto nel prossimo summit della terra e ancora prima all’ultimo dei quattro comitati ufficiali preparatori al summit che si terr a bali dal 27 maggio al 7 giugno?
i temi principali su cui le donne si esprimeranno a johannesburg ,sono quelli della pace, della globalizzazione solidale, dell’accesso e del controllo delle risorse, della sicurezza ambientale, delle pratiche di governo per uno sviluppo sostenibile, della formazione delle competenze, dei partenariati( se ne parla da troppo, ma difficilmente vengono attuati, per via dell’economia) tra governi, istituzioni e societ civile per uno sviluppo sostenibile.
in modo specifico, l’agenda insiste sul fatto che non si costruiscano scenari di sviluppo sostenibile e giustizia sociale senza affrontare il punto critico decisivo dell’assenza delle donne dai processi decisionali e di governo, una questione aperta sia in molti dei paesi occidentali che in quelli del terzo mondo( forza ragazze, il futuro politico vostro!).
sono poi state presentate esperienze di democrazia partecipata e sviluppo sostenibile realizzate in paesi di tutto il mondo che hanno mostrato quali radici nell’azione abbiano le visioni delle donne e le loro strategie per fare rete ed influenzare i processi globali.
cos si potuto conoscere i progetti realizzati in brasile, a trinidad e tobago e bangladesh, sia nel quadro di agenda 21 locale sia altre esperienze che, portate avanti indipendentemente da questo strumento, hanno avuto sempre come principi ispiratori uno sviluppo orientato alla sostenibilit, la partecipazione dal basso e il coinvolgimento attivo di ampi strati della popolazione nella definizione comune degli obiettivi.
e le donne europee?
dalla germania stata analizzata l’esperienza di agenda 21 locale del comune di hannover, dove le donne sono state pi della met dei partecipanti ai forum di consultazione che hanno stabilito le priorit per lo sviluppo sostenibile della citt e dove sono stati organizzati workshop specifici per rafforzare la capacit delle donne di partecipare ai processi democratici. il wecf (women in europe for our common future), cio le donne in olanda, germania, inghilterra, repubblica ceca, ucraina e kazakistan si sono messe in rete per costruire ponti tra l’europa occidentale e orientale e, contemporaneamente, ha attivato numerose ricerche scientifiche e campagne sugli effetti dell’inquinamento delle falde acquifere, sui pesticidi contenuti nel cibo e sulle sostanze chimiche tossiche componenti dei cosmetici, sui loro effetti a lungo termine per la salute delle donne. il wecf ha inoltre, progetti per trovare soluzioni concrete ai problemi delle comunit come quelle del mare di aral, in kazakistan, dove l’inquinamento ambientale ha devastato le attivit economiche di intere regioni.
la domanda pi impellente : sar possibile una cooperazione internazionale per uno sviluppo sostenibile?
pi che discorsi, sono stati illustrati dei progetti concreti come quelli di una rete delle radio di donne in amazzonia e del centro donna di algeri e sarajevo aperti in partenariato con il centro donna di venezia.
anzi, il soffio di energia portato da donne di paesi provenienti dai quattro continenti del mondo, hanno aperto il dialogo tra donne di diverse generazioni dimostrando cos che il movimento delle donne vivo e si trasforma, come si modificano i modi di vivere la propria soggettivit di donne e femministe e le modalit per agire nelle realt politiche e sociali .
di seguito, riporto la sintesi che sar sottoposta al comitato preparatorio, prima di johannesburg.
“quali parole vi aspettate che aggiunga”?(dal daodejing).maria de falco marotta
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