A PROPOSITO DI PREVIDENZA…

A PROPOSITO DI PREVIDENZA…


Il Governo ha approvato in data 3 ottobre u.s. la riforma delle pensioni con un emendamento al disegno di legge delega sulla previdenza.
La riforma prevede, come regola generale, l’innalzamento a 40 anni dei contributi necessari per andare in pensione prima dell’età di vecchiaia. La riforma scatterà dal primo gennaio 2008.
Ecco in sintesi i punti dell’emendamento
Età pensionabile: a partire dal 2008, i lavoratori andranno in pensione facendo valere i requisiti classici per la pensione di vecchiaia (65 anni per gli uomini, 60 per le donne e 20 anni di contributi) oppure 40 di versamenti;
Super incentivi dal 2004: 32,7% di contributi previdenziali in busta paga per quei lavoratori che, raggiunti i requisiti di anzianità, 57 anni di età e 35 di contributi, decideranno di rimanere in attività almeno altri due anni;
Tre scelte: i lavoratori potranno decidere di avere gli incentivi in busta paga, oppure di versare l’importo all’Inps per aumentare l’importo della pensione oppure destinare la somma alla previdenza complementare;
Dipendenti pubblici: gli incentivi saranno estesi anche ai dipendenti pubblici, occorre, però, un confronto con le Parti Sociali e con le Regioni;
Penalizzazioni: dopo il 2008, le pensioni di anzianità di coloro che decideranno di andare in pensione con 35 anni di contributi, saranno calcolate con il sistema contributivo.
Periodo transitorio: entro 18 mesi dalla delega saranno previsti regimi speciali a favore dei lavori usuranti, per le lavoratrici madri e per i lavoratori precoci;
Diritti acquisiti certificati: ovvero una certificazione per tutti coloro che, pur potendo andare in pensione, decidono di rimanere in attività.
Pensioni d’oro: 15.000 euro al mese, tetto massimo non superabile, l’eccedenza finanzierà lo Stato sociale
Previdenza Complementare: In seguito alla riforma nel prossimo futuro la pensione obbligatoria sarà corrispondente a circa il 60% dell’ultima retribuzione in attività e sicuramente inferiore alle attuali prestazioni.
È, infatti, prevista l’istituzione di alcuni Fondi pensione, con riferimento ad uno o più dei Comparti contrattuali esistenti nel pubblico impiego (Ministeri).
Le stesse riforme hanno però previsto, proprio per attenuare gli effetti sulla previdenza pubblica, la possibilità di affiancare alla pensione obbligatoria una pensione complementare: il cosiddetto “secondo pilastro” del sistema previdenziale, attuato mediante i Fondi pensione.
Molti lavoratori del settore privato hanno già attivato forme pensionistiche complementari e, nel breve periodo, saranno attuate anche per i lavoratori pubblici, Enti locali, Parastato, ecc.).
Per quanto riguarda il comparto della scuola il Fondo pensione, denominato “Espero” è stato costituito, con atto notarile, in data 17.11.2003 e dal 12.05.2004 ha ottenuto la concessione dell’autorizzazione allo svolgimento delle attività da parte della Covip. La raccolta delle adesioni potrà avvenire, presumibilmente, a partire dai primi mesi dell’anno scolastico 2004/2005.


COME FUNZIONA U N FONDO PENSIONE
I Fondi pensione negoziali prevedono il versamento di contributi da parte del lavoratore e da parte del datore di lavoro.
Viene, inoltre, destinata al Fondo una quota del (o, secondo i casi, tutto il ) trattamento di fine rapporto (TFR).
In più, per i dipendenti delle amministrazioni statali iscritti ai fondi negoziali di categoria sono previsti, nei primi due anni di vita del Fondo, alcuni “bonus” per incentivare l’adesione dei lavoratori, ad esclusivo carico dell’Amministrazione datrice di lavoro.
Infatti, i lavoratori della scuola, che aderiranno entro il primo anno di vita del Fondo Espero, si vedranno accreditato un contributo aggiuntivo dell’1%; coloro che aderiranno nel secondo anno di vita avranno diritto ad un contributo aggiuntivo dello 0,5%. I contributi sono fissati dai singoli contratti collettivi di lavoro.
Come esempio consideriamo i contributi previsti per il Fondo “ESPERO”, istituito per i lavoratori della scuola (clicca quì per visionare il riquadro).


A CHI CONVIENE L’ADESIONE AD UN FONDO PENSIONI
E’ bene precisare che l’adesione ad un fondo pensioni,nella fattispecie ai fondi “Espero”, non è obbligatoria,quindi prima di aderire conviene valutare bene vantaggi e svantaggi.
Nei prossimi 18 mesi i decreti attuativi della riforma,forse ci daranno maggiori chiarimenti sulle scelte previdenziali che dovremo adottare, allora il nostro consiglio è quello di aspettare tali decreti prima di catapultarsi nell’adesione a tali fondi.


Antonino Abbate

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