Il nuovo Governo e Parlamento dovranno rideterminare la quota dei posti di ruolo degli Idr al 90%
“Tutti i nodi vengono al pettine”: così dice il noto proverbio, ed è quanto si sta evidenziando in queste settimane in cui ci si appresta al terzo scorrimento della graduatoria di merito del 2004.
A fronte di un numero di pensionamenti che si mantiene costante da un anno all’altro, rimane il problema della denatalità che fa diminuire il numero di alunni che si iscrivono a scuola; segno evidente che le politiche in favore della famiglia arrivano in ritardo e comunque non sono sufficienti per dare la necessaria tranquillità a chi vuole crescere dei figli. La denatalità, d’altra parte, potrebbe essere un’opportunità per mantenere stabile il numero delle classi diminuendo il numero di alunni per aula, ma anche per questo aspetto non si prospettano interventi specifici da parte di chi ci governa.
Ecco allora che questo pomeriggio ci siamo ritrovati a discutere, presso il Ministero dell’Istruzione, nel corso dell’informativa relativa al D.M. concernente le immissioni in ruolo da scorrimento GM 2004, di poche decine di cattedre da assegnare per lo scorrimento della graduatoria di merito del 2004.
Lo Snadir ha fatto presente che occorre procedere così come si è fatto nel 2007, e cioè assegnando i posti all’interno dello stesso settore fino al solo limite regionale del 70% e attribuendo eventuali posti non utilizzati in un settore all’altro settore. Inoltre, ha proposto che nella nota di accompagnamento sia espresso chiaramente che le istituzioni scolastiche dovranno procedere all’invio immediato tramite pec del contratto di lavoro a tempo indeterminato alle competenti RTS. Inoltre ha evidenziato che , tenendo conto delle ultime sentenze di Cassazione, occorre formulare il decreto di immissione in ruolo sfrondandolo da elementi che non appartengono alla stipula dei contratti di lavoro.
Il rappresentante del Ministero ha assicurato di riportare le osservazioni presentate all’ufficio dipartimentale.
Il problema è evidente e lo Snadir lo ripete da anni: se si vuole salvare un’intera generazione di precari insegnanti di religione va rivista la quota del 70% relativa alle cattedre da attribuire a ruolo, aumentandola fino al 90%. È un problema che va discusso adesso, altrimenti lo ritroveremo sul “tavolo” di confronto sindacale nel momento in cui si discuterà della procedura straordinaria di assunzione in ruolo degli insegnanti di religione, ed allora tutto potrebbe risultare più complicato.
La quota del 70% prevista nella legge n.186/2003 va ridiscussa perché non si può essere precari “per legge”. La CGUE e la Corte di Cassazione hanno ribadito che la causa del numero enorme di precari di religione va individuato nell’eccessiva quota del 30% da destinare a contratti a tempo determinato, che “dilatazioni e contrazioni annue ben difficilmente possono raggiungere quelle misure percentuali”. Pertanto la distinzione 70% e 30% va superata nella prospettiva di assicurare una quota cuscinetto, utile a riassorbire eventuali realistiche eccedenze, non superiore al 5%-10%.
Dopo aver assicurato per legge la procedura straordinaria per i precari di religione con almeno 36 mesi di servizio e la graduatoria ad esaurimento, l’impegno dello Snadir, con il nuovo Governo e Parlamento, sarà quello di trovare la soluzione di maggior vantaggio possibile per i colleghi precari.
Fgu/Snadir – Professione i.r. – 26 luglio 2022 – h.17,30
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