Dati Eurydice sugli stipendi degli insegnanti: in Italia ancora troppo bassi
La rete Eurydice ha pubblicato in formato open data e in anticipo sulla pubblicazione del rapporto comparativo che sarà pubblicato come tutti gli anni a ottobre, le schede nazionali su stipendi e indennità degli insegnanti e dei capi di istituto in Europa mostrando informazioni dettagliate sulle differenze di retribuzione nei vari livelli di istruzione all’inizio della professione e nel corso della carriera.
Gli stipendi iniziali degli insegnanti italiani si collocano nel range tra i 24.000 e i 26.000 euro lordi annui, sulla base del grado di scuola e delle qualifiche, mentre a fine carriera si raggiungono tra i 34.000 e i 39.000 euro lordi annui. Almeno 8 mila euro in meno rispetto alla media europea e con un divario che aumenta col progredire della carriera. Un disegno del tutto assimilabile a quello dello scorso anno, compresi i dati che riguardano i capi di istituto, il cui stipendio minimo di base in Italia è circa il doppio dello stipendio di un insegnante con 15 anni di servizio, al contrario di molti altri Paesi del resto d’Europa.
La vera beffa sta nelle insufficienti risorse economiche comunicate ieri dall’Aran durante l’incontro con le Organizzazioni sindacali rappresentative.
L’Aran ha riportato che le risorse economiche per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto scuola sono pari a 2.002,1 milioni di euro, che permetteranno un incremento stipendiale del 4.22%, corrispondente a circa 102 euro lordi.
Le risorse economiche per il rinnovo del contratto scuola avrebbe dovuto, almeno in parte, ridurre l’ampio divario con i vicini paesi europei, e invece si attesterà ancora una volta su un ridicolo aumento di circa 50/60 euro netti al mese. Una cifra tanto risibile da sembrare uno scherzo: mentre da più parti si chiedono riforme ambiziose che prevedano, a ragione, una maggiore dignità retributiva in rispetto di quella professionalità` continuamente richiesta e ampiamente dimostrata dai nostri docenti, si continua con interventi irrisori che non giovano a nulla.
Adeguare le retribuzioni ai sistemi europei è il primo passo per rendere credibile qualsiasi ulteriore intervento nella scuola italiana. Non bastano le ridicole e offensive promesse di risorse se si omette di valutare l’aumento dei carichi di lavoro richiesti ai docenti e i nuovi impegni professionali della scuola dell’autonomia. Non basta pensare di introdurre competitività affannose col pretesto di legare al merito insufficienti scarti stipendiali. I livelli retributivi di tutta la categoria vanno opportunamente e fondamentalmente rivisti ed elevati.
E` ora che si trovino le vie, con la coesione di tutte le forze in campo, per restituire dignità alla professione. Su questo fronte, la Fgu/Snadir continuerà ad assicurare ai suoi iscritti un impegno giornaliero e costante perché ai docenti della nostra scuola vengano corrisposte le gratificazioni meritate sia sul piano retributivo e sia su quello professionale.
Fgu/Snadir. – 21 luglio 2022 – h.10,45
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