L’autonomia di pensiero politico del docente di religione non è gradita al vescovo emerito Zenti

Lo Snadir a difesa della posizione lavorativa del prof. Campedelli
 
Sembra che tutto abbia avuto inizio dalla lettera con la quale il vescovo di Verona mons. Zenti ha fornito indicazioni di voto a preti e diaconi per il ballottaggio all’elezione del sindaco, sostenendo il candidato di un’area politica.
 
Tale decisione non ha lasciato indifferente Marco Campedelli, teologo e insegnante di religione nella scuola superiore, il quale con una “lettera aperta” ha sottolineato che agli elettori bisogna riconoscere la maturità necessaria per poter scegliere con consapevolezza il proprio sindaco. Il prof. Campedelli, con il suo riferimento al libero pensiero desiderava probabilmente aprire un confronto, ma, evidentemente il vescovo non ha gradito il dissenso e ha disposto per un suo “licenziamento”.
 
Non sappiamo se il prof. Campedelli abbia subito la revoca della sua idoneità ad insegnare, se così fosse il licenziamento del professore, incaricato annuale, ne sarebbe la inevitabile conseguenza. La dichiarazione fatta dal vescovo su l’Arena.it non lascia dubbi sulla volontà del monsignore di revocare l’idoneità.
 
Ricordiamo che ai sensi delle norme interne della Conferenza episcopale italiana la revoca dell’idoneità può essere attivata qualora “sia accertata una grave carenza concernente la retta dottrina o l’abilità pedagogico didattica oppure che risulti un comportamento pubblico e notorio contrastante con la morale cattolica”. Nessuna di queste ipotesi ricorre nel caso del prof. Campedelli.
 
Le prerogative dell’ordinario diocesano in merito alla revoca dell’idoneità ad insegnare sussistono senza dubbio ma devono fondarsi su motivazioni che devono rigorosamente connettersi con il codice di diritto canonico, diversamente, come ha sostenuto la giustizia amministrativa,  vengono meno i criteri di “ragionevolezza e di non arbitrarietà”.
 
Paolo VI nella sua Enciclica Octogesima Adveniens a proposito della politica afferma che “essa si sforza di dare soluzioni ai rapporti fra gli uomini” e, ancora “i cristiani, sollecitati a entrare in questo campo di azione, si sforzeranno di raggiungere una coerenza tra le loro opzioni e l’evangelo e di dare, pur in mezzo a un legittimo pluralismo, una testimonianza personale e collettiva della serietà della loro fede mediante un servizio efficiente e disinteressato agli uomini”.  Il legittimo pluralismo è quanto viene offeso, come anche il vizio clericale di considerare ogni cristiano un chierichetto perenne, incapace di valutare l’ordine temporale e dimenticando che la Chiesa “in nessuna maniera si confonde con la comunità politica e non è legata a nessun sistema politico” (Concilio Vat. II, Gaudium et spes, 76), cosa che, evidentemente non è stata presa in considerazione.
 
Infine, ricordiamo quanto Giovanni Paolo II ha richiamato sulla giusta autonomia delle realtà terrene (le scelte politiche sono tra queste): in esse devono essere affermati e testimoniati i valori umani ed evangelici .
 
La Gaudium et Spes al n.75 indica a tutti i cristiani la speciale vocazione alla comunità politica: essi “devono essere d’esempio, sviluppando in se stessi il senso della responsabilità e la dedizione al bene comune (…) In ciò che concerne l’organizzazione delle cose terrene, devono ammettere la legittima molteplicità e diversità delle opzioni temporali e rispettare i cittadini che, anche in gruppo, difendono in maniera onesta il loro punto di vista”.
 
La decisione di monsignor Zenti è dunque un atto dal sapore censorio e di ritorsione, clericalismo da cui Papa Francesco ha sempre messo in guardia in particolare i Pastori.
 
Lo Snadir, qualora ci siano effettivamente provvedimenti di revoca dell’idoneità in corso, intende sostenere le legittime ragioni del prof. Campedelli, pertanto si impegnerà nella difesa della sua posizione lavorativa nelle sedi che saranno individuate.
 
Orazio Ruscica, Segretario Nazionale Snadir
 
 


Fgu/Snadir – Professione i.r. – 3 luglio 2022 – h.11,50

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