Lo Snadir a Troilo: “Si informi: prima di attaccare”

Torna immancabilmente come ogni anno l’articoletto a firma Carlo Troilo, affezionatissimo detrattore dell’ora di religione e dei suoi insegnanti. Questa volta giunge come in anniversario, al ricorrere dei 93 anni esatti dalla firma dei Patti Lateranensi, per ricordarci che sarebbe opportuno e confacente ai tempi “abolire definitivamente l’ora di religione così come la conosciamo da sempre”.
 
A questo punto il dotto giornalista suggerisce addirittura due ipotesi: quella di sostituire l’ora di religione (cattolica) con una “ora delle religioni” e quella di inserire ampi riferimenti alle religioni nelle ore di storia e filosofia o in quelle di educazione civica. Segue poi con una sfilza di dati sul processo di secolarizzazione della società italiana (cosa c’entra?).
 
Abbiamo già risposto alle provocazioni di Troilo ben più di una volta, ci terremmo però a precisare una cosa: la base su cui si fondano le teorie di Troilo e le sue ipotesi è fuorviante per diversi motivi. Uno di questi è già evidente nel virgolettato che abbiamo riportato. Troilo parla “dell’ora di religione così come la conosciamo da sempre”, ammettendo senza rendersene conto che la sua conoscenza dell’ora di religione rimane ancorata a quella che era quaranta/cinquanta anni fa. Dunque, sulla base di questo ricordo Troilo giudica quello che oggi è un progetto didattico assolutamente diverso e pienamente inserito nelle finalità della scuola pubblica.
 
La conferma la troviamo negli studenti che ancora oggi in percentuali altissime (87%) scelgono di avvalersi di tale insegnamento: non si tratta di un’ora di catechesi o di indottrinamento, né tantomeno di un’ora che avrebbe la forza o l’intento di mettere in discussione la laicità dello Stato.
 
Si tratta invece di offrire agli studenti contenuti culturali e formativi indispensabili per cogliere aspetti fondamentali della vita, dell’arte, delle tradizioni del nostro Paese, e strumenti utili per una riflessione critica sulla complessità dell’esistenza umana, anche e soprattutto nell’idea di un confronto tra il cristianesimo e altre religioni, mettendo sempre al centro l’idea di tolleranza e accoglienza. È un’ora pensata e offerta anche per chi non crede: utile a impiantare semi di curiosità e stimoli intellettuali nei ragazzi, utile ad accendere dibattiti che si calino nella realtà di tutti i giorni, utile al confronto, al dialogo, allo scambio.  Insomma, si studia religione perché si è innamorati di assaporare il sapere.
 
Dunque, che ci si informi prima di attaccare, che si studi cos’è davvero quest’ora che tanto spaventa gli intellettualoidi e i paladini della laicità, e dopo – solo dopo – se ne potrà parlare.

Orazio Ruscica, Segretario nazionale Snadir

Snadir – Professione i.r. – 11 febbraio 2022 – h.19,15

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