Lettera ufficiale dello Snadir alla Vice Ministra Anna Ascani, alla Sottosegretaria Lucia Azzolina e ai Senatori: riscrivete l’art.1-bis per risolvere il precariato degli insegnanti di religione

Roma, 4 dicembre 2019

Alla c.a. Vice Ministra On. Anna ASCANI
Alla c.a. Sottosegretaria On. Lucia Azzolina
Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca – ROMA
Alla c.a. delle Senatrici e dei Senatori
Senato della Repubblica – ROMA
 
Prot. 0320
 
Oggetto: Art. 1-bis (Disposizioni urgenti in materia di reclutamento del personale docente di religione cattolica) Conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante “misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti”.
 
                  Gentilissimi,
la nostra organizzazione, rappresentativa del 35% della categoria dei docenti di religione, da lungo tempo impegnata all’interno del sistema scolastico e formativo, ha preso atto con stupore che nel testo di cui all’oggetto – già approvato alla Camera dei Deputati e in corso di trasmissione al Senato – all’art.1-bis è stato inserito un provvedimento per l’attivazione di un concorso ordinario con una quota riservata per i precari di religione con 36 mesi di servizio.
La nostra organizzazione rileva che la norma, in fase di approvazione definitiva, abbia dato una risposta parziale, che non scioglie, ancora una volta, il nodo del precariato degli insegnanti di religione che interessa una platea di circa 15.000 docenti.
L’art.1-bis (emendamento Toccafondi) al decreto Scuola è da considerarsi in conflitto con le finalità originarie del decreto. Tale disposizione, infatti, non risolve in alcun modo l’ingiusta condizione di precariato, nella quale sono mantenuti da 15 anni gli insegnanti di religione (il primo ed unico concorso si è svolto nel 2004), in quanto riservare il 50% dei posti a coloro che hanno svolto 36 mesi di servizio non risolve il problema del precariato, ma solo lo aggira, ignorando consapevolmente che gli insegnanti di religione hanno alle spalle venti e più anni di servizio precario.
I docenti precari che insegnano religione sono insegnanti uguali ai docenti di altre discipline: non hanno bisogno di una quota riservata in un concorso ordinario, ma esigono un trattamento che si allinei ai meccanismi di assunzione in ruolo già adottati per tutto il personale precario abilitato della scuola, senza distinzioni e discriminazioni. Spetta anche a questi precari, come agli altri, una procedura che tutte le sigle sindacali hanno indicato nel concorso straordinario con sola prova orale non selettiva e successiva graduatoria ad esaurimento.
                  Anche la scelta, certamente positiva in via di principio, di prorogare la graduatoria del 2004 è tuttavia inadeguata perché tale graduatoria sarà attiva soltanto fino alla predisposizione delle nuove graduatorie del concorso ordinario e, pertanto, consentirà l’immissione in ruolo a poche decine di docenti.
                  Invitiamo le Senatrici e i Senatori ad apportare gli opportuni ulteriori emendamenti all’art.1-bis affinché non si determini una ingiusta discriminazione di trattamento tra gli stessi docenti abilitati che vivono il medesimo grave disagio di un lavoro che è rimasto precario negli anni nonostante le cattedre occupate risultino, da sempre, vacanti già in organico di diritto.
 
Distinti saluti
Il Segretario Nazionale
Prof. Orazio Ruscica
(Consigliere Nazionale FGU con delega IdR)
 
 

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