Le risposte che si aspettano i precari di religione

Non un’agorà di denunce, ma un cantiere di risposte concrete. Ecco quello che lo Snadir si prospetta di offrire ai suoi iscritti se il Governo si deciderà a colmare i diversi vuoti normativi lasciati in questi anni.

 
Una svista non da poco, quella di escludere dal piano di stabilizzazione straordinaria voluto dalla legge 107/2015 gli insegnanti di religione: una platea di circa 15.000 precari, che negli ultimi anni si è vista negare il beneficio di due diverse procedure di assunzione:
  • Quella prevista dall’art.8 del DDL “Disposizioni in materia di autonomia scolastica, offerta formativa, assunzioni e formazione del personale docente, dirigenza scolastica, edilizia scolastica e semplificazione amministrativa”, grazie alla quale il personale che si trovava nelle graduatorie ad esaurimento e nelle graduatorie del concorso bandito nel 2012 per la copertura dei posti vacanti nell’organico dell’autonomia è stato immesso in ruolo il primo settembre 2015;
  • e quella regolata dal DL 59/2017, che ha previsto l’immissione in ruolo degli abilitati per la scuola secondaria di I e II grado sulla base di un concorso per titoli ed esami non selettivo.
 
Una mancanza grave, se pensiamo che l’ora di religione rappresenta un momento culturale e formativo che fa sì che i nostri alunni riflettano e si interroghino sul senso della loro esistenza per elaborare ed esprimere un progetto di vita, che si integri nel mondo reale in modo armonico ed evolutivo.
 
Essa permette, infatti, l’acquisizione e l’uso appropriato di strumenti culturali che, portando al massimo sviluppo il processo di simbolizzazione che la scuola stimola e promuove in tutte le discipline, consente la comunicazione anche su realtà altrimenti indicibili e inconoscibili.
Per questi motivi, la scuola non può e non deve rinunciare alla proposta educativa dell’Irc, perché sarebbe una grande perdita non solo educativa, ma prima di tutto umana.
 
Proprio per questo occorre dare con la massima urgenza una risposta definitiva alle legittime aspettative degli insegnanti di religione precari. Aspettative che sarebbero soddisfatte con l’applicazione delle procedure semplificate di assunzione attivate, a seguito della legge 107/2015, del DL 59/2017 e del DL 87/2018 per gli altri docenti.
 
Occorre altresì ricordare che, nonostante l’obbligo imposto dalla legge 186/2003 di assumere il personale docente di religione fino alla copertura del 70% dei posti dell’organico di diritto, le ultime immissioni in ruolo di docenti di religione risalgono al 2007. Tale obbligo è stato violato anche con la mancata applicazione sia dell’art. 400, comma 17 del D.Lvo 297/1994, che stabilisce  “la validità delle graduatorie relative ai concorsi per titoli ed esami fino all’entrata in vigore della graduatoria relativa al concorso successivo corrispondente”, sia dell’art.3, comma 2 della legge 186/2003, che prevede l’indizione di successivi concorsi “su base regionale, con frequenza triennale”.  
 
Un nuovo concorso dovrà anche tener presente che il DPR 175/2012 (Nuova Intesa sottoscritta tra il Ministro Profumo e il Card. Bagnasco) prevede dall’anno scolastico 2017/2018 il possesso dei nuovi titoli per l’insegnamento della religione cattolica.
 
In virtù di quanto sopra, la Fgu/Snadir, assieme Flc Cgil – Cils scuola – Uil scuola,  ha presentato al Miur una proposta di procedura straordinaria di assunzione sul modello di Bolzano e Trento, cioè un concorso per soli titoli e servizio degli insegnanti di religione con almeno 36 mesi di servizio oppure un concorso con la sola prova orale non selettiva sul modello di quello previsto per gli abilitati nella scuola secondaria e per i diplomati magistrali; al fine di coprire immediatamente il 70% delle cattedre di diritto (4.944 posti vacanti e disponibili al 31 agosto 2018 e 2.312 posti che si renderanno liberi a seguito del turnover nei prossimi 6 anni). Inoltre, le organizzazioni sindacali hanno proposto anche di aumentare nell’arco di un triennio la quota prevista per l’immissione in ruolo dall’attuale 70% al 96%. In tal modo si avrà un graduale assorbimento del precariato di religione e successivamente, dal 2021, si potrà procedere con un concorso ordinario.
 
Le proposte di Snadir, elaborate e condivise con le altre sigle sindacali, sono state portate all’attenzione di numerosi parlamentari in questi ultimi tre mesi, con un riscontro sostanzialmente positivo che ci fa sperare nella sottoscrizione e presentazione, da parte loro, di una specifica proposta di legge.
 
Continuiamo a lottare contro le distorsioni di un sistema che ha smesso di far girare i suoi ingranaggi; noi continueremo a spingere quel sistema con tutte le nostre forze, affinché riprenda a funzionare. Affinché ogni docente di religione riacquisti dignità.
E contiamo di farlo con il supporto dei nostri iscritti, donne e uomini coraggiosi, che da anni subiscono gli effetti nefasti delle politiche economiche del nostro paese, in condizioni infami di precarietà.
 
Orazio Ruscica
 
Snadir – Professione i.r. – 21 settembre 2018 – h. 8,30
 

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