Manovra economica: occorre più equità
La manovra Monti ( decreto legge n.201/2011) ha una dimensione economica di 20.185 miliardi di euro per il 2012, di 21.310 per il 2013 e di 21.424 per il 2014, per un totale di 62.919 miliardi di euro nel triennio 2012/2014. Se teniamo anche conto dei provvedimenti adottati in questa estate dal Governo Berlusconi, la misura complessiva nel triennio ammonterà a 205.258 miliardi di euro.
Come al solito le misure vanno a colpire i dipendenti pubblici, i pensionati fino a 2.000 euro mensili, le famiglie con un reddito inferiore ai 50.000 euro, lasciando inalterati i privilegi, accentuando le differenze tra le classi sociali (operai, dipendenti, insegnanti) e nuovi super benestanti; una sperequazione che richiama alla memoria l’atteggiamento sprezzante di nobili e di re che tartassavano il popolo per mantenere i loro privilegi.
L’intervento sull’età pensionabile che innalza il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia dai 66 anni nel 2012 ai 67 e 2 mesi nel 2021, l’innalzamento dell’anzianità contributiva per la pensione anticipata dai 42 anni e 1 mese nel 2012 ai 43 anni e 2 mesi nel 2019, l’abrogazione dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata 1] (è del tutto evidente che tale abolizione porterà le assicurazioni ad “offrire a prezzi modici” ai lavoratori “pacchetti vita” assicurativi che incideranno sul bilancio mensile di ogni singolo lavoratore), mostrano – se ancora qualcuno avesse qualche dubbio – che ci stiamo avviando verso una società che allarga sempre più il solco tra una moltitudine di poveri e uno sparuto gruppo di ricchi. I privilegi di dirigenti d’azienda (con maggiore azionista il Tesoro) e parlamentari che con pochi anni di attività hanno una buonuscita d’oro oppure un vitalizio, che gli operai e i dipendenti pubblici, anche con 43 anni di servizio, non potranno mai ottenere, non fanno altro che accentuare questa disparità.
Oltre a ciò, notiamo che ci si ostina ad allungare l’età anagrafica per avere il diritto alla pensione. Niente di più sbagliato. In realtà, il futuro pensionistico si basa esclusivamente sul fatto che ci siano dei lavoratori che versino i contributi; quindi, il sistema previdenziale è strettamente connesso con il lavoro, con la crescita economica.
Senza posti di lavoro per i giovani, niente pensione per gli anziani. Quindi tutto si risolve nel creare nuovi posti di lavoro. E se agli insegnanti viene richiesto di rimanere in servizio fino ai 67 anni, oltre ad avere “nonni insegnanti”, ci saranno sempre più giovani insegnanti disoccupati.
Stupisce non poco che 42.000 “poveri” che dichiarano fino a 20.000 euro l’anno (altri 26.460 dichiarano dai 20.000 ai 50.000 euro l’anno) posseggano barche di lusso ed aerei, e ciononostante non si chieda loro una robusta patrimoniale. Sarebbe necessario un intervento di “riforma della pressione fiscale, che pesi meno sul lavoro e più sulle rendite”[2]
Come fermare lo Spread[3]? Lo Spread è pura speculazione. Il capitalismo selvaggio -come ho già detto[4] -, condannato a più riprese nelle encicliche sociali, con le sue strategie speculative sta mettendo in ginocchio l’Italia e nessuna Nazione, Francia o Germania che sia, può ritenersi al sicuro; questi sistemi di speculazione necessitano di un intervento forte da parte della politica.
Riteniamo che occorre proteggere la produzione reale con regole democratiche che favoriscano l’impresa e la libertà di iniziativa economica; come recita la Costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”[5]. Pertanto è evidente che la speculazione, generando ingiustizia sociale, è in contrasto con i dettati Costituzionali.
Gli insegnanti hanno già dato. Le economie di cui all’art. 64, comma 9 della legge n.133/2008 dovevano essere utilizzate per il recupero degli aumenti di anzianità (passaggio di fascia stipendiale) del personale della scuola; in particolare l’art. 4 del decreto interministeriale n.3 del 14 gennaio 2011 ha previsto l’utilizzo del 30% delle predette economie per il recupero delle posizioni di carriera e stipendiali del personale del comparto scuola negli anni 2011/2012. Questa norma è stata disattesa dal Ministero dell’economia; insomma coloro che nel 2011 (e anche nel 2012) dovevano passare nella fascia stipendiale successiva hanno visto congelata la loro posizione economica con una perdita mensile di circa 250 euro.
Tagliare le spese ai Parlamentari del 40% vorrebbe dire un risparmio per gli italiani di circa 54.086.400 euro l’anno; e se a questi si sommassero le economie derivanti dal taglio di tutti gli stipendi dei Consiglieri comunali, provinciali, regionali, dall’eliminazione delle auto blu e dal taglio del 50% dei vitalizi dei Parlamentari (1.500 euro invece che 3.000 euro per i 5 anni di attività parlamentare), si avrebbe quasi il recupero della manovra per l’anno 2012. Tale risparmio diventerebbe strutturale e si consoliderebbe nel tempo.
Altri 2,4 miliardi di euro potrebbero essere recuperati attraverso la messa all’asta delle 6 frequenze Mux per l’attivazione di circa 36 canali digitali. Non si capisce perché lo Stato dovrebbe regalarle alle più belle emittenti televisive.
Come si comprende benissimo un vero Governo tecnico potrebbe fare scelte utili per il Paese che non incidano soltanto su i dipendenti pubblici, sugli insegnanti, sul personale della scuola che assicura giustamente un gettito fiscale certo e costante allo Stato, ma anche, anzi in primo luogo, su coloro che evadono, eludono, speculano e che hanno una ricchezza che trattiene per sé ciò che invece appartiene ai nuovi e vecchi poveri.
Insomma un Governo che potrebbe fare interventi veramente equi. Ma questo Governo non eletto dai cittadini, evidentemente non è nemmeno tecnico.
Per queste ragioni la Federazione Gilda-Unams e lo SNADIR sciopereranno il 19 dicembre insieme agli altri sindacati della scuola, invitando il personale del Comparto ad astenersi dal servizio durante l´ultima ora di lezione o di attività educativa[6].
Orazio Ruscica
[1] La pensione privilegiata che spetta al dipendente pubblico se dalla infermità o dalla lesione contratta per fatti di servizio deriva l’inabilità assoluta o permanente
[3]Il termine in questo periodo è usato per indicare la differenza tra la resa dei titoli di stato italiani e quelli della Germania; cioè se lo Spread si alza, significa che il valore dei titoli di stato italiani BTP (Buoni del Tesoro Poliennali)vanno a picco rispetto al valore dei corrispettivi tedeschi.
[6]Modalità di sciopero.Nella giornata di lunedì 19 dicembre 2011 la scuola sciopera con la modalità dello sciopero breve: i docenti si asterranno dal lavoro nell´ultima ora di lezione prevista per la classe. Nel caso in cui l´organizzazione dell´attività didattica si svolga su più turni o le lezioni si protraggano in orario pomeridiano (scuola dell´infanzia, primaria a tempo pieno, media a tempo prolungato) il personale docente in servizio in orario antimeridiano potrà scioperare nella prima ora di lezione della classe/sezione, mentre chi lavora in orario pomeridiano potrà aderire allo sciopero nell´ultima ora di lezione della classe/sezione.
Snadir – Professione i.r. – 14 dicembre 2011
Lascia un commento