Risposta di Augias ad un lettore di Repubblica (3 settembre 2009)
Tra le polemiche di questa agitatissima estate dobbiamo registrare anche le reazioni alla sentenza dle Tar del Lazio che escludeva l’insegnamento della religione dalla valutazione del profitto. Una circolare del precedente ministro della Pubblica Istruzione, Fioroni, aveva inserito la ‘religione’ fra le materie curriculari. Chi non voleva avvalersene veniva quindi discriminato in quanto le materie alternative non c’erano o non avevano uguali prerogative. I giudici amministrativi dovevano rispondere al quesito se la Circolare Fioroni del 2007 finiva o no per discriminare gli studenti che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica. La risposta è stata affermativa con questa motivazione:«Un insegnamento di carattere etico e religioso attinente alla fede individuale non può essere oggetto di valutazioni di valore proporzionalmente ancorate alla misura della fede. Sotto tale profilo è dunque evidente l’irragionevolezza dell’Ordinanza che, nel consentire l’attribuzione di vantaggi curriculari, inevitabilmente collega in concreto tale utilità alla misura dell’adesione ai valori dell’insegnamento cattolico». Un recente sondaggio ha registrato che il 70 per cento dei lettori erano favorevoli alla sentenza. E’ davvero un problema?
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