LE FAMIGLIE ‘BOCCIANO’ IL MAESTRO UNICO. Una riforma senza anima pedagogica che non trova consensi

LE FAMIGLIE ‘BOCCIANO’ IL MAESTRO UNICO 
Una riforma senza anima pedagogica che non trova consensi


 


   La maggioranza delle famiglie italiane ‘bocciano’ il maestro unico. Un risultato che emerge da un recente sondaggio del Miur, fatto alla fine delle iscrizioni scolastiche (conclusesi il 28 febbraio) su circa 900 scuole primarie rappresentative e distribuite su tutto il territorio nazionale. I dati parlano chiaro: sembra infatti (se i dati definitivi delle iscrizioni confermeranno il sondaggio) che solo il 3% delle famiglie ha scelto il modello delle 24 ore, il 7% le 27 ore (una percentuale vicina a quella del corrente anno), il 56% le 30 ore, il 34% le 40 ore (rispetto al 27% dell’anno in corso). E’ chiaro che i genitori dei bambini della primaria hanno scelto prevalentemente le 30 ore basandosi sul modello precedente che prevedeva mensa e compresenza. “Ero fiducioso che le famiglie avrebbero scelto la scuola del modulo e degli interventi con la presenza degli specialisti di lingua e di religione. Mi sembra che in questo modo le famiglie abbiano voluto dire il loro no alla riforma senza anima pedagogica e ai tagli alla scuola – commenta il segretario nazionale dello Snadir, Orazio Ruscica -. Un vero plebiscito”.
   “Il governo – continua ancora Ruscica – non può disattendere le richieste delle famiglie italiane che richiedono con forza il modello di scuola primaria collocato dalle indagini internazionali ai primi posti e dovrebbe avere il coraggio di fare un passo indietro”.
   Di fatto, se i dati del sondaggio corrisponderanno a quelli delle iscrizioni effettive, 300 mila famiglie il prossimo anno scolastico si troveranno un orario diverso da quello richiesto.
   Ecco alcune previsioni, ipotetiche. Potrebbero essere costituite a tempo pieno il 27% delle classi il restante 73% sarebbe costituito da classi a tempo normale, mentre solo un 3% di classi funzionanti a 24 ore, con un altro 3%  a 30 ore. In questo caso due terzi delle prime classi (67%) risulterebbe con il modello orario a 27 ore settimanali: ma solo il 7% della famiglie avrebbe chiesto questo modello orario.
   Il dato è sconcertante. Infatti gli iscritti al primo anno della primaria il prossimo anno sono circa 500 mila, e solo 300 mila famiglie vedranno soddisfatte le loro richieste..
   Il Miur ha intanto reso noti anche i dati relativi agli scrutini intermedi delle medie superiori. “Il 72% degli studenti”, secondo il Miur, “ha riportato almeno una insufficienza”. Lo scorso anno erano il 70,3%. Non ha insufficienze solo il 28% degli alunni. Tra le discipline più ostiche le lingue straniere che superano la matematica. Sono stati assegnati inoltre 34mila 5 in condotta. Un situazione assai preoccupante. “ – conferma Orazio Ruscica – soprattutto perché, visti i tagli economici all’istruzione, le scuole nella loro autonomia non avranno sufficienti risorse per organizzare corsi di recupero e il risultato, purtroppo inevitabile, sarò una progressiva dispersione e abbandono della scuola. Su questo fatto siamo tutti chiamati ad una riflessione attenta per evitare una descolarizzazione dei nostri giovani. L’istruzione non può essere per il Governo l’ultima ruota del carro”.


Emanuela Benvenuti


Snadir – Professione i.r. – martedì 3 marzo 2009

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