La sicurezza nelle scuole: è tempo di fare i conti, e soprattutto di porre delle priorità

La sicurezza nelle scuole: è tempo di fare i conti, e soprattutto di porre delle priorità



   “Come si può pretendere di garantire il diritto allo studio, quando non si riesce nemmeno a garantire la sicurezza di entrare in una scuola e di uscirne vivi? Si è incolpato prima il vento, poi una terribile fatalità (lo ha più volte ribadito il Presidente del Consiglio dopo la tragedia di Rivoli), ma gli interrogativi sono molti”.  Così si esprime il segretario nazionale dello Snadir, prof. Orazio Ruscica, a commento dei fatti accaduti in questi giorni in Italia e riguardanti il problema della sicurezza nelle scuole.
   Il riferimento è in particolare alla tragedia del liceo Darwin di Rivoli, a  Torino, che ripropone uno scenario inquietante. Quello della mancanza di sicurezza nelle nostre scuole. La morte del diciassettenne Vito Scafiti poteva essere evitata. Bastava prendere in considerazione, ed operare subito, i dati che in settembre erano emersi dal rapporto di Ecosistema scuola 2008 di Legambiente: sono infatti ben 10.000 le scuole di tutta Italia che dovrebbero essere sottoposte a urgenti interventi di manutenzione in quanto prive di svariati certificati, a partire da quello di agibilità statica (a possederlo sono meno del 60%) e, in Piemonte, il 62% degli edifici scolastici ne è sfornito.  Non solo, in Italia le scuole che hanno il certificato igienico-sanitario sono il 71,14% e quello di prevenzione incendi appena il 52,19% e il 23,62% degli edifici scolastici necessitano d’interventi di manutenzione urgenti, mentre solo il 47,11% hanno goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni. Oggi il Governo fa sapere di aver stanziato 300 milioni di euro per la messa in sicurezza “delle 100 scuole meno sicure d’Italia”, peccato che però le scuole che hanno bisogno di lavori urgenti (secondo Legambiente) sono 10 mila.
   I luoghi scolastici più malmessi, secondo un indagine di Cittadinanzaattiva fatta su 132 istituti, sono le aule (“l’ambiente più sporco” con “il 15 per cento dei banchi danneggiato” a cui vanno aggiunti “crolli di intonaco in un caso su cinque e altri segni di fatiscenza nel 29 per cento dei casi”), i bagni (il 42 per cento dei bagni non ha gli scopini, in uno su due non c’è carta igienica, in due su tre anche il sapone e solo il 34 per cento sono anche per disabili) e le palestre. Queste ultime sono “poche e malmesse: il 39 per cento delle scuole” ne fa a meno, “il 30 per cento presenta segni di fatiscenza o crolli di intonaco, il 29 per cento ha attrezzature sportive danneggiate e in 9 casi su 100 le attrezzature sono inesistenti”.
   “Di fatto è ora di pensare seriamente – prosegue Ruscica nel suo commento – agli edifici dove ogni giorno i nostro giovani passano molte ore: scuole fatiscenti, spesso senza i miniqui requisiti di sicurezza; Comuni che non  hanno bilanci forti per sopperire alle necessità delle scuole dell’infanzia e medie, Province che ogni anno programmano piccoli interventi di manutenzione in scuole che avrebbero bisogno di ben altro. Insomma, è tempo di fare i conti, e soprattutto di porre delle priorità. E quella della sicurezza degli Istituti scolastici, è una priorità. Si deve allora intervenire con urgenza, senza elemosinare, quando si parla dell’istruzione e della sua realizzazione, affinché  venga garantita la sicurezza delle nostre scuole e di chi in esse studia e lavora”.
   Appare dunque urgente intervenire sulle questioni dell’edilizia scolastica nella scuola italiana. O vogliamo di nuovo assistere impotenti ad un’altra tragedia, magari ancora più devastante?


Emanuela Benvenuti


Snadir – Professione i.r. – giovedì 27 novembre 2008

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