Augias e gli Insegnanti di Religione:
il ritorno
Egr. Dott. Augias,
la sua risposta (pubblicata nella rubrica “Lettere” di “La Repubblica” del 30 ottobre scorso) ripropone un tema evidentemente a lei assai caro, ma il fatto che ogni volta lo affronti con le stesse usurate argomentazioni – più volte da noi confutate – ci conferma che il suo è un caso di manifesta prevenzione.
Lei afferma che gli insegnanti di religione “rappresentano un’assurdità e un’ingiustizia” per il fatto che in caso di revoca questi avrebbero la possibilità di essere utilizzati in altri compiti. Sarebbe bene ricordare – a scanso di equivoci – che i docenti di religione di ruolo ai quali viene revocata l’idoneità, possono passare “ad altra materia” soltanto se in possesso – oltre al titolo di studio – della relativa abilitazione (cioè devono aver superato un concorso ordinario). Quindi i docenti di religione non sono meno preparati degli altri docenti: infatti hanno due titoli di livello universitario [laurea civile e licenza in teologia (riconosciuta sin dal 1994 come laurea civile)], vinto un concorso ordinario per “altra materia“, un concorso ordinario per insegnare religione e, infine, hanno magari una anzianità di servizio di 20/25 anni che certamente ha fatto acquisire loro una buona capacità didattica.
A proposito poi dei due concordati contrapposti alla “vitalità della Chiesa di Giovanni XXIII” c’è da chiedersi: quale è il nesso?
“Niente di personale“, ma i suoi discorsi sono caratterizzati dall’arrogante intolleranza che emerge prepotentemente in chi si crede sempre un passo più avanti degli altri; ma mettersi in dubbio e confrontarsi è quello che ci evita di vivere la nostra esistenza al modo di Monsieur Homais.
Distinti saluti
Orazio Ruscica
Segretario Nazionale SNADIR
Snadir – lunedì 5 novembre 2007
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