Segnali inquietanti dalla FLC-Cgil e dai Cobas

Segnali inquietanti


dalla FLC-Cgil e dai Cobas


   Segnali inquietanti si presentano all’orizzonte dei docenti di religione: attacco allo stato giuridico e collocazione dell’insegnamento della religione cattolica  forzatamente fuori dal portfolio delle competenze.
   I Cobas gridano vittoria, la FlC-Cgil esprime con soddisfazione “noi li avevamo avvisati”. Ma quale soddisfazione e quale vittoria?
   Se andiamo a leggere le tanto sbandierate ordinanze del Tar Lazio nn.741 e 742 del 1 febbraio 2006 troviamo che il giudice ha accolto la sola richiesta di sospensiva, intravedendo, ad una prima sommaria analisi, che il ricorso non è “manifestamente infondato”: in pratica, su sei motivi presentati dai Cobas nel loro ricorso per bloccare la riforma, soltanto per i due sopra indicati il Tar ha ritenuto opportuno sospendere l’efficacia dei provvedimenti di attuazione della riforma Moratti.
   Ma è tutta qui l’opposizione alla riforma Moratti?
   Non erano altre le questioni importanti su cui i sindacati avrebbero dovuto lottare insieme per il bene degli alunni, dei genitori e degli insegnanti?
   Il vero grande problema non era forse quello di evitare una scuola con due diverse velocità? Una scuola di serie A e un’altra di serie B?   Il punto essenziale della questione non era forse quello della separazione dei due percorsi, di quello dei licei e di quello dell’istruzione e formazione professionale?   Non era forse quello di stabilire con precisione il ruolo delle Regioni circa le nuove competenze in materia scolastica?
   Ci si è mobilitati con azioni di sciopero per boicottare la riforma Moratti per poi scoprire che in fondo l’unica cosa che non va è che bisogna predisporre un regolamento per trattare i dati sulla privacy.
   Ed ancora, è giustificata questa opposizione all’immissione in ruolo dei docenti di religione – ed oggi proporre la loro cacciata dalla scuola – proprio nel momento in cui anche loro accedono al ruolo a seguito di un concorso pubblico?   
   E’ evidente da tempo che per alcuni sindacati ci sono lavoratori da difendere e altri da schiacciare.
   Per le altre discipline si avrà presto l’immissione in ruolo di 55.000 insegnanti: sarebbe più utile che i sindacati perseguissero tutti  il medesimo obiettivo di un ulteriore ampliamento del numero delle cattedre da assegnare a ruolo al fine di tutelare il lavoro dei precari e rispondere alle legittime aspettative di studenti e famiglie.
   Ma questa è un’altra storia, che non appartiene più da diverso tempo – forse da mai –  a certi sindacati che, con  vago sapore squadristico, si dedicano più a decidere cosa si debba o non si debba fare a scuola, che debba entrare e chi no, piuttosto che occuparsi di una vera politica del lavoro (leggi: preoccuparsi di fare trovare lavoro in tempi brevi).
   Noi che, partendo dalla difficile esperienza di insegnanti, abbiamo scelto di occuparci di politica del lavoro per salvaguardare la nostra dignità professionale, abbiamo da sempre interpretato questo ruolo nel pieno rispetto di tutti i lavoratori della scuola, senza alcun pregiudizio, né politico, né ideologico. 
   Non è così per gli altri sindacati nei nostri confronti.
   Per tali motivi, oggi più che mai, è importante essere uniti nel sindacato e sostenere con  la nostra adesione l’impegno dello Snadir a difesa della categoria.   Ognuno di noi deve sollecitare i colleghi scettici e indifferenti su questo aspetto: divisi rischiamo di essere emarginati, uniti invece potremo far sentire la nostra voce nel rispetto delle idee di ognuno e aperti al confronto con chi vorrà essere nostro interlocutore.
   Il nostro agire sarà deciso, a tutela di tutti i docenti di religione, immessi in ruolo e non. Lo Snadir si opporrà (costituendosi “in opponendum” alla ordinanza del Tar Lazio) a chi vuole estrometterci dalla scuola e a chi vuole – contro la sentenza della Corte costituzionale – sminuire il valore culturale dell’insegnamento della religione ed agirà con determinazione contro chi raccoglie firme per cacciarci dalla scuola italiana.


Orazio Ruscica

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