Nuovi programmi didattici per la scuola primaria.
Omissis
Religione
La scuola riconosce il valore della realt religiosa come un dato storicamente, culturalmente e moralmente incarnato nella realt sociale in cui il fanciullo vive.
Partendo, perci, dall’esperienza comunque acquisita dall’alunno e anche al fine di consentirgli un rapporto consapevole e completo con l’ambiente, compito della scuola promuovere, nel quadro degli obiettivi educativi e didattici indicati dai programmi:
a) la conoscenza degli elementi essenziali per la graduale riflessione sulla realt religiosa nella sua espressione storica, culturale, sociale;
b) la conoscenza e il rispetto delle posizioni che le persone variamente adottano in ordine alla realt religiosa;
c) la consapevolezza dei principi in base ai quali viene assicurato nella scuola elementare lo svolgimento di specifici programmi di religione, nel rispetto del diritto dei genitori di scegliere se avvalersene o non avvalersene.
Questi principi possono essere cos sintetizzati:
- riconoscimento dei valori religiosi nella vita dei singoli e della
- societ;
- rispetto e garanzia del pluralismo religioso;
- rispetto e garanzia della libert di coscienza dei cittadini;
- impegno dello Stato ad assicurare nelle scuole lo svolgimento di specifici programmi di religione, definiti con Decreto del Presidente della Repubblica sulla base di intese tra lo Stato e le confessioni religiose riconosciute. Infatti, nel nuovo accordo per la riforma del Concordato stipulato tra lo Stato e la Santa Sede, stabilito, per quanto riguarda la Chiesa cattolica, che la Repubblica Italiana “riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuer ad assicurare, nel quadro delle finalit della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado. Nel rispetto della libert di coscienza e della responsabilit educativa dei genitori, garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento”.
Lo Stato, inoltre, con le norme per la regolazione dei rapporti con le chiese rappresentate dalla Tavola Valdese “assicura il diritto di rispondere alle eventuali richieste provenienti dagli alunni, dalle loro famiglie o dagli organismi scolastici in ordine allo studio del fatto religioso e delle sue implicazioni”.
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