ISTRUZIONE
(7a)
MERCOLEDI’ 5 LUGLIO 2000
436a
Seduta
Presidenza del Presidente
OSSICINI
indi del Vice Presidente
BISCARDI
Interviene
il sottosegretario di Stato per i beni e le attivit culturali
D’Andrea.
La
seduta inizia alle ore 15,10.
SUI
LAVORI DELLA COMMISSIONE
Il presidente
OSSICINI comunica che il Governo ha chiesto una proroga del
termine per la presentazione di emendamenti al testo unificato
del relatore per i disegni di legge nn. 4047 e 4110, relativi
agli accompagnatori al pianoforte. Propone pertanto di prorogare
detto termine, in scadenza oggi alle ore 19, a mercoled prossimo,
12 luglio, sempre alle ore 19.
Conviene
la Commissione.
Il senatore
MARRI propone l’inversione dell’ordine del giorno, nel senso
di trattare con priorit l’affare assegnato relativo all’insegnamento
della religione cattolica e posponendo il seguito dell’esame
– in sede consultiva su atti del Governo – dello schema di
regolamento sull’organizzazione del Ministero per i beni e
le attivit culturali.
Il senatore
BISCARDI sottolinea l’inopportunit di alcuni irrigidimenti
procedurali, ricordando che il disegno di legge sullo stato
giuridico degli insegnanti di religione cattolica (ora A.S.
n. 662-A), nonostante talune inutili forzature operate a suo
tempo in Commissione, ora all’esame dell’Assemblea, che
ha dimostrato piena disponibilit ad esaminare gli emendamenti
presentati. Per quanto riguarda in particolare la trattazione
dell’affare assegnato, egli osserva che, di fatto, solo ieri
ha avuto modo di conoscere la bozza di risoluzione presentata
dal relatore, sulla quale ritiene indispensabile un serio
approfondimento onde valutare l’opportunit di chiedere al
relatore di apportarvi modifiche, ovvero di presentare una
proposta alternativa.
Il presidente
OSSICINI rimarca che l’affare assegnato all’esame della
Commissione ormai da molti mesi e su di esso si svolto un
dibattito assai approfondito. Propone pertanto, qualora si
proceda all’inversione dell’ordine del giorno, di svolgere
nella seduta odierna la replica del relatore Brignone agli
intervenuti nel dibattito, rinviando ad altra seduta la votazione
sulla bozza di risoluzione da lui presentata, onde consentire
la presentazione di eventuali proposte alternative.
Il senatore
BEVILACQUA si dichiara stupefatto delle dichiarazioni del
senatore Biscardi, tanto pi che il relatore Brignone ha consegnato
la sua proposta di risoluzione gioved scorso, 29 giugno,
ed essa stata prontamente trasmessa a tutti i componenti
della Commissione. N va dimenticato che ragioni di urgenza
sono state pi volte addotte dal Governo e dalla sua maggioranza
per imporre al Senato l’approvazione di provvedimenti di forte
impatto politico ed ordinamentale. Chiede pertanto formalmente
che la richiesta di inversione dell’ordine del giorno sia
sottoposta al voto della Commissione.
Si associa
il senatore ASCIUTTI, il quale paventa che l’atteggiamento
dilatorio della maggioranza nasconda l’intento di non portare
a termine la procedura. Conviene pertanto con la proposta
del Presidente di svolgere oggi la replica, rinviando la votazione
della risoluzione ad un’altra seduta, da tenersi comunque
in tempi solleciti.
Anche
il senatore RESCAGLIO concorda con la proposta del Presidente,
ricordando a sua volta che il relatore Brignone ha consegnato
la sua proposta di risoluzione gi gioved scorso ed osservando
che appare pertanto doveroso consentirgli oggi di svolgere
quanto meno la sua replica.
All’esito
di tale dibattito, la Commissione accoglie l’inversione dell’ordine
del giorno proposta dal senatore Marri.
Il senatore
BISCARDI tiene a precisare di non avere nulla in contrario
allo svolgimento della replica in data odierna: motivo della
sua preoccupazione era infatti l’eventualit di procedere
oggi anche alla votazione della bozza di risoluzione, che
a suo giudizio invece ancora prematura.
AFFARE
ASSEGNATO
La
politica del Governo in ordine all’insegnamento della religione
cattolica previsto dal Concordato tra l’Italia e la Santa
Sede
(Seguito
dell’esame, ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento
e rinvio)
Riprende
l’esame, sospeso nella seduta del 21 giugno scorso, nel corso
della quale – ricorda il presidente OSSICINI – si era conclusa
la discussione generale.
Ha quindi
la parola per la replica il relatore
BRIGNONE,
il quale ringrazia anzitutto i numerosi intervenuti nel dibattito,
i quali hanno offerto contributi assai diversificati, ma comunque
prevalentemente concordi (pur nella diversit di accenti)
nella convinzione che l’insegnamento della religione cattolica
debba essere rivisitato alla luce della recente riforma dei
cicli scolastici.
Egli
ribadisce poi che l’argomento in discussione riguarda esclusivamente
l’insegnamento della religione cattolica, mentre le questioni
attinenti allo stato giuridico degli insegnanti di tale disciplina
afferiscono ad uno specifico disegno di legge (A.S. n. 662-A),
su cui egli stesso ha svolto ieri la relazione introduttiva
all’Assemblea. Rinvia pertanto a quella sede la discussione
di merito sui profili specifici dell’inquadramento in ruolo
dei docenti di religione, ricordando che non a caso egli aveva
dedicato solo un paragrafo marginale a tale argomento nella
sua pur ampia esposizione introduttiva dell’affare assegnato,
correttamente orientata sugli aspetti storici, procedurali
e giurisprudenziali di quell’insegnamento. Ribadisce altres
che dal Concordato del 1929 ad oggi i contenuti dell’insegnamento
religioso si sono profondamente modificati, abbandonando definitivamente
(soprattutto dopo l’Accordo tra Stato e Chiesa del 1984) ogni
concezione catechistica e dogmatica, anche in connessione
con il carattere ormai prevalentemente laico del personale
docente. Ci non toglie, prosegue, che occorre garantire la
massima tutela anche agli studenti che non intendano avvalersi
di tale insegnamento.
In una
breve interruzione, la senatrice PAGANO stigmatizza che, nella
bozza di risoluzione presentata dal relatore, manchi qualunque
riferimento alla tutela dei non avvalentisi.
Il relatore
BRIGNONE, riprendendo la propria replica, manifesta piena
disponibilit ai suggerimenti dei commissari. Ricorda tuttavia
che, allo stato, la percentuale degli studenti che si avvalgono
dell’insegnamento religioso assolutamente preponderante,
mentre la scelta di non avvalersene equivale spesso ad un
sostanziale disimpegno. Ci corrisponde forse, prosegue, alla
mancanza di alternative concrete. Non va tuttavia dimenticato
che l’insegnamento della religione cattolica non deve intendersi
diretto solo ai credenti e, in tal senso, esso non va n impoverito
n marginalizzato. Appare infatti contraddittorio richiedere
una maggiore criticit e problematicit dell’ora di religione
senza assicurarle parallelamente una dignit analoga a quella
delle altre discipline, a partire dal monte orario a disposizione.
Il relatore
passa poi a rispondere analiticamente ai senatori intervenuti
nel dibattito.
Ringrazia
anzitutto il senatore Biscardi per l’integrazione da lui fatta
ai profili storici dell’esposizione introduttiva, rammentando
che il suo excursus
era mirato prevalentemente al processo di maturazione verificatosi
fra i Patti lateranensi (1929) e l’Accordo del 1984, a seguito
del quale la Chiesa ha sostanzialmente modificato il proprio
approccio nei confronti dell’impianto curricolare dell’ora
di religione. Quanto ai contenuti dei programmi, per i quali
il senatore Biscardi ha chiesto un pi marcato orientamento
verso la valutazione comparativa dei fenomeni religiosi, il
relatore informa che la Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
ha gi predisposto una proposta di riforma (che sottoporr
a breve al Ministero della pubblica istruzione), alla luce
del riordino dei cicli scolastici, caratterizzata da una sostanziosa
apertura al nuovo modello di societ che si va affermando
nel nostro Paese. Gi nel 1984, del resto, l’insegnamento
religioso non era pi inteso come catechesi n permanevano
pi dubbi sulla distinzione fra educazione ed istruzione religiosa.
Nel ribadire poi al senatore Biscardi che le questioni attinenti
alla nomina dei docenti afferiscono al disegno di legge sullo
stato giuridico, ormai affidato all’esame dell’Assemblea,
il relatore prefigura il rischio che, con la rimessione all’autonomia
scolastica della collocazione oraria dell’insegnamento religioso,
possa derivarne una sostanziale marginalizzazione per evitare
la quale egli ha appositamente inserito un richiamo nella
bozza di risoluzione presentata.
Egli
esprime poi compiacimento per l’approccio alla questione manifestato
dai senatori Rescaglio e Nava, convenendo che i docenti di
religione (cos come quelli di italiano) sono evidentemente
considerati insegnanti dotati di possibilit educative maggiori
rispetto ad altri, atteso che su di essi si scaricano spesso
molte delle innovazioni dell’ordinamento scolastico.
Conviene
altres con il senatore Folloni, che ha giudicato il nuovo
Concordato quale termine di riferimento essenziale del dibattito.
Non va tuttavia sottaciuto, prosegue, che i principi concordatari
non hanno sempre offerto risposte soddisfacenti, in particolare
per quanto riguarda la collocazione curricolare della materia,
a testimonianza dell’incompleta maturazione del rapporto fra
Stato e insegnamento della religione cattolica. In molti interventi
egli ha infatti rinvenuto un immotivato timore di lesione
della sovranit statale connesso all’insegnamento religioso,
tale da determinare l’incompiuta integrazione nei curricoli.
Quanto
alle osservazioni della senatrice Bruno Ganeri sulla colpevole,
diffusa incomprensione dell’insegnamento religioso, egli si
associa alla deprecazione che il dibattito in corso abbia
luogo proprio a ridosso della riforma dei cicli scolastici
e della connessa esigenza di riformare i curricoli. Assai
pi proficuo sarebbe stato invece affrontare la questione
in anticipo, ponendo particolare attenzione a fugare preventivamente
ogni possibile dubbio. Allo stato, il legislatore si trova
invece a doversi confrontare con un innegabile stato di sofferenza
degli insegnanti di religione cattolica, nonch degli stessi
studenti, pienamente consapevoli delle condizioni di diversit
dell’insegnamento religioso rispetto alle altre discipline.
Egli
si dichiara poi d’accordo con l’impostazione del senatore
Lorenzi, secondo cui il legislatore non deve soffermarsi sui
contenuti disciplinari, ma regolare la scelta degli studenti
di avvalersi o meno dei contenuti medesimi. Preferisce invece
non replicare all’osservazione, dello stesso senatore Lorenzi,
secondo cui ai massicci flussi migratori provenienti da paesi
che si caratterizzano per culture molto diverse dalla nostra
occorrerebbe contrapporre con decisione i valori della tradizione
giudaico-cristiana. Dissente infine con decisione dall’affermazione
secondo cui non solo gli insegnanti di religione cattolica
ma in generale tutti i docenti debbano essere assunti con
contratti di lavoro di tipo privatistico, a tempo determinato,
superando l’attuale inquadramento in ruolo.
Egli
richiama successivamente le osservazioni del senatore Asciutti,
convenendo con la prospettiva di una revisione curricolare
della materia sulla base del riordino dei cicli scolastici:
l’accorpamento della scuola elementare e di quella media non
chiarisce infatti il monte ore che verr assegnato all’insegnamento
religioso nel settennio di base ed impone una approfondita
riflessione.
Al senatore
Nava, che ha paventato il rischio di una scristianizzazione
della societ a favore di una devastante impostazione laicistica,
mondana e temporale, ricorda che la religione – correttamente
intesa quale risposta alle questioni ultime dell’individuo
– deve comunque essere integrata in un sistema educativo statale.
Il senatore
Masullo, prosegue ancora l’oratore, ha poi offerto un contributo
di grande lucidit richiamando la dimensione religiosa sotto
tre profili (storico-filologico, dottrinale-dogmatico, esistenziale-affettivo)
ed invocando una accentuazione del carattere critico dell’insegnamento
religioso, al di fuori di qualunque schermaglia giuridica
o scontro ideologico.
Il senatore
Monticone ha invece contribuito ad approfondire il profilo
storico della vicenda, richiamando le pattuizioni occulte
fra cattolici e liberali che indussero la Chiesa, nel timore
dell’avvento del comunismo, ad accettare che il fascismo si
ergesse a tutela della religione cattolica. Egli ha tuttavia
ricordato anche come l’insegnamento della religione cattolica
abbia recato un significativo contributo alla formazione delle
basi dello spirito democratico italiano e ha auspicato interventi
che non marginalizzino la scelta degli studenti di avvalersene.
Il relatore
ringrazia poi il senatore Toniolli per lo stimolo a concludere
la procedura che, ricorda, finalizzata ad esprimere al Governo
l’orientamento politico parlamentare attraverso l’approvazione
di una risoluzione. Manifesta peraltro soddisfazione per il
coinvolgimento dimostrato da tutte le forze politiche su una
tematica cos a lungo elusa.
Quanto
alle osservazioni del senatore Marri in ordine al sostanziale
disimpegno di coloro che optano di non avvalersi dell’insegnamento
religioso, correttamente valutato in contrasto con le finalit
educative della scuola, egli auspica che i commissari vogliano
offrire il loro contributo per riempire di contenuti l’ora
alternativa all’insegnamento religioso. Osserva invece che
la procedura in corso non pu far riferimento anche alla tutela
di altri insegnamenti religiosi, essendo chiaramente delimitata
– nel suo titolo – all’insegnamento della religione cattolica.
Al riguardo, osserva peraltro che lo Stato ha sottoscritto
una decina di intese con altre religioni, tutte relative alla
tutela degli studenti non avvalentisi dell’insegnamento di
religione cattolica. Solo nelle pi recenti fra tali intese
sono infatti contenuti richiami all’esigenza di insegnamenti
religiosi alternativi.
Egli
conviene infine con il senatore Lombardi Satriani, che ha
richiesto una trasmissione critica e non dottrinale dell’insegnamento
religioso, ricordando gli obiettivi disciplinari dell’ora
di religione.
Avviandosi
alla conclusione, egli sottolinea le grandi potenzialit educative
dell’ora di religione, anche con il limitato monte orario
a disposizione (20-25 ore all’anno), peraltro spesso sacrificato
a favore di altre discipline. Egli sottolinea altres la straordinaria
qualificazione richiesta dal combinato disposto dell’ordinamento
canonico e del disegno di legge n. 662-A agli insegnanti di
religione (possesso del diploma di laurea, specializzazione
quadriennale, nonch quadriennio continuativo di insegnamento
gi svolto) per l’inquadramento in ruolo, in rapporto ai requisiti
richiesti agli altri insegnanti precari dalla legge n. 124
del 1999. Illustra infine la seguente proposta di risoluzione,
gi fatta pervenire a tutti i membri della Commissione:
"La
7a
Commissione permanente del Senato,
premesso
che:
– l’insegnamento
della religione cattolica trova la sua definizione nell’Accordo
fra la Repubblica Italiana e la Chiesa cattolica e nell’Intesa
tra il Ministero della pubblica istruzione e la Conferenza
Episcopale Italiana;
– la
Repubblica italiana riconosce il valore della cultura religiosa
e che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio
storico del popolo italiano;
– il
Governo si impegnato a rispettare tale principio nelle norme
attuative della legge di riordino dei cicli scolastici, accogliendo
in Senato l’ordine del giorno n. 9.4216.1;
considerato
che:
– l’insegnamento
della religione cattolica assicurato dalla legge nell’ambito
delle finalit della scuola pubblica non universitaria di
ogni ordine e grado, entro la quale si collocano i curricoli
e i programmi in via di formulazione;
– esso
compreso a pieno titolo nelle discipline scolastiche, con
pari dignit culturale, formativa ed educativa e concorre
quindi alla crescita e alla valorizzazione della persona umana;
– gli
insegnanti di religione cattolica fanno parte della componente
docente negli organi scolastici con gli stessi diritti e doveri
degli altri insegnanti;
– l’esplicazione
di tale ruolo deve essere resa concretamente possibile attraverso
la titolarit di un numero di classi e di ore settimanali
di lezione che consenta uno svolgimento di programma adeguato
e un’effettiva partecipazione dell’insegnante ai consigli
di classe per l’espletamento di ogni attivit connessa;
rilevato
che:
– gli
obiettivi dell’insegnamento della religione cattolica rivestono
un’alta valenza formativa ed educativa in una prospettiva
interdisciplinare;
– l’insegnamento
della religione cattolica presenta una dimensione culturale
non identificabile con la pratica religiosa e, avvalendosi
di contenuti innovativi strettamente connessi alla realt
sociale, risulta parte integrante della complessiva formazione
scolastica recando un significativo arricchimento per tutti
gli allievi che se ne avvalgono, indipendentemente dalla loro
fede religiosa;
impegna
il Governo:
– a garantire
la specificit dell’insegnamento nel pieno rispetto della
normativa vigente,
– ad
assicurare all’insegnamento della religione cattolica una
collocazione oraria che, pur nel rispetto dell’esercizio dell’autonomia
delle singole istituzioni scolastiche, non risulti penalizzante
per la disciplina;
– a conservare
le sessanta ore complessive annue, gi previste nella scuola
materna, anche nella scuola dell’infanzia, col vincolo di
non determinare forme di discriminazione;
– ad
assegnare due ore settimanali all’insegnamento della religione
cattolica nel settennio della scuola di base;
– a far
s che, nella definizione dello stato giuridico dei docenti
di religione cattolica, le cattedre di insegnamento siano
costituite da non pi di 9 classi nella scuola di base e non
pi di 14 classi nella scuola secondaria, con completamento
d’orario mediante ore a disposizione per le attivit connesse
con l’autonomia e il piano dell’offerta formativa".
In particolare,
sottolinea che tale proposta di risoluzione si propone il
duplice scopo di tutelare i posti di lavoro degli insegnanti
di religione, nonch la dignit della disciplina da essi impartita.
Manifesta peraltro piena disponibilit ad integrarla al fine
di assicurare analoga dignit anche all’ora alternativa all’insegnamento
religioso, tematica da lui non affrontata stante la delimitazione
dell’affare assegnato al solo insegnamento della religione
cattolica.
Il seguito
dell’esame quindi rinviato.
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