1° Convir 2003 – Venezia 7 marzo 2003 – Percorere un sogno


IL 1° CONVIR 2003 VENEZIA – Sala
San Giovanni Evangelista

PERCORRERE UN SOGNO

"Percorrere un sogno". Con queste parole iniziava
il 1° Convir 2003 nella splendida Venezia che vedeva
la presenza corposa degli insegnanti di religione provenienti
da ogni regione, circa trecentocinquanta. "Percorrere
un sogno": sono queste le parole d’apertura con le
quali la professoressa Marisa Scivoletto dava il via al
Convegno Nazionale e con le quali indicava il cammino fatto
dallo SNADIR. In questi nove anni e mezzo sono state promosse
lotte sindacali a favore degli insegnanti di religione,
per risolvere i gravi problemi e far riconoscere diritti
elementari di ogni lavoratore, che ad essi però non
venivano riconosciuti e di fronte ai quali non si sapeva
mai a chi rivolgersi per un consiglio o un aiuto. Sembrano
lontani quei tempi (personalmente ne conto venti di servizio)
ma, ora, finalmente, ci siamo: non più nell’anonimato,
nell’incertezza, in balia di prepotenze altrui o di poca
informazione di chi, invece, doveva curarsene. Ci siamo!
Venezia, con il suo CONVIR, ne è una conferma. Le
presenze autorevoli e prestigiose al Convegno lo dimostrano.
Era rappresentato il mondo politico: l’On. Valentina Aprea,
sottosegretario al M.I.U.R., l’On. Cesare Campa, componente
XI commissione lavoro alla Camera, il Senatore On. Gian
Pietro Favaro, componente VII commissione istruzione al
Senato, e il prof. Luigino Bussato, presidente della Provincia
di Venezia. Non mancava il mondo ecclesiale impersonato
da don Giosuè Tosoni, responsabile del Servizio Nazionale
IRC, e don Valter Perini, responsabile Ufficio IRC di Venezia.
Il prof. Pasquale Troìa, Direttore del Centro Studi
Snadir, e la dott.ssa Geneviève Locqueville rappresentavano
il mondo culturale, mentre quello sindacale vedeva la presenza
del nostro Segretario Nazionale, il prof. Orazio Ruscica.

"Il futuro dei docenti di religione: per la scuola,
con professionalità e con un’identità giuridica":
questo il tema e a questo si è cercato di dare una
risposta attraverso gli articolati interventi.
Il prof. Luigino Bussato ha dato il via al Convegno affermando
che "la richiesta dello stato giuridico è un
giusto diritto professionale, doverosa e legittima. Un percorso
legislativo che si protrae ormai da troppi anni. IRC è
un elemento esigito del nostro patrimonio culturale e storico:
si tratta allora di vedere superati steccati di stampo laicista
e anticlericali e di giungere ad un’intesa che faccia bene
alla scuola. . Riconoscere lo stato giuridico degli Ir è
un vantaggio per l’intera scuola, per gli allievi, docenti
e genitori, che hanno largamente espresso la loro scelta
favorevole. Oggi c’è il desiderio della pace e la
scuola è il luogo dove crescono i cittadini di domani.
Non ci può essere pace se non c’è dialogo,
capacità di accogliere il diverso: aiutare i ragazzi
a coltivare i valori insiti in ogni religione è la
missione a cui oggi sono chiamati gli IR. Soltanto così
sarà possibile costruire una scuola meno tecnica
e più umana. Il ruolo dell’ insegnamento religioso
deve essere garanzia di valori supremi e ideali elevatissimi
per creare un clima di fiducia e di forza personale capace
di costruire una comunità, una patria, capace di
creare un mondo dove l’uomo sia più buono".
Don Valter Perini augura che lo stato giuridico arrivi presto
per porre fine ad uno stato d’ingiustizia.
Sarebbe stato giusto, ha affermato don Valter, che le "forze
politiche salvaguardassero maggiormente la dignità
di questa disciplina. Anche se arriverà lo stato
giuridico, le due sentenze della corte costituzionale pesano
come macigni sul futuro di questa disciplina. Occorrerebbe
vedere se l’ora del nulla, ovvero la possibilità
di uscire dalla scuola, era nelle intenzioni delle parti
contraenti l’accordo concordatario e nella filosofia di
chi ha voluto e firmato l’intesa. Don Valter ha poi presentato
due proposte:
1. Occorre che gli IR e tutti i cristiani presenti nella
scuola sappiano riconoscersi in un vincolo di comunione
che diventi aiuto reciproco, capace di conoscersi e di riconoscersi
perché un gruppo che ha una sua dignità è
in grado di dialogare con tutti.
2. IRC è l’ora di una disciplina capace di coniugare
meravigliosamente l’aspetto culturale e l’aspetto educativo.
Noi IR dobbiamo inquietare i nostri ragazzi, far porre loro
delle domande più che dare delle risposte e risalire
così alla domanda che pone le condizioni per le vera
risposta.
Il prof. Pasquale Troìa ha affermato con vigore che
il nostro sindacato si deve qualificare non soltanto nell’istanza
di un riconoscimento dello stato giuridico ma nell’affermare
anche un’identità professionale autonoma e autorevole.
Oggi l’insegnante deve assolutamente sapersi assumere delle
responsabilità non soltanto per i contenuti del suo
sapere, ma una responsabilità civile ed ecclesiale.
L’evento insegnare è un evento di interazione tra
storie culturali e storie personali. Insegnare significa
condividere la storia personale e culturale con la persona
con la quale sto interagendo. La nostra è una professione
complessa, proprio perché il partner di questa comunicazione
professionale è sempre diverso. Le generazioni cambiano
di anno in anno e se qualcuno pretende di insegnare oggi
come quando insegnava ieri, probabilmente sta parlando a
persone che non esistono. I nostri studenti vanno conosciuti
per sapere loro insegnare bene. Insegnare è capacità
di verificarsi. . Il rischio dell’insegnamento è
il suo invecchiamento, soprattutto nelle motivazioni che
spingono l’insegnante. Chiunque insegna deve avere un credere
su quel sapere che sta proponendo, altrimenti si crea una
separazione tra quello che lui è e quello che propone.
Il professore non può non credere ciò che
insegna. I ragazzi infatti chiamano i loro insegnanti come
prof. di filosofia, di religione ecc.
L’IRC deve essere attento alla scuola e alle altre discipline
per interagire veramente a livello interdisciplinare che
non si riduca a puro fenomeno sequenziale di argomenti.
Il docente, e l’IRC in particolare, ha un ruolo importante
nella formazione dell’identità culturale Europea
e mondiale. Insegnare è un arte che richiede laboratori
di lavoro dove esercitarsi. L’IRC deve acquisire una dignità
professionale e quindi la deve promuovere costantemente.
Per l’On. Cesare Campa l’approvazione del disegno di legge
è un grande atto che questa maggioranza ha fatto
e che va a sanare una situazione che da troppi anni si trascinava.
È un atto di giustizia lo stato giuridico verso insegnanti
che devono rispondere con stessi doveri degli altri insegnanti,
ma non con gli stessi diritti. L’IRC è di grande
importanza per il nostro paese e la nostra società:
essere ancorati su principi e valori, sul nostro passato
pieno di senso religioso è fondamentale per il destino
dell’uomo.
Secondo don Giosuè Tosoni gli IR hanno imparato a
crescere nelle difficoltà che però non hanno
mai fiaccato le loro capacità e speranze, anzi le
hanno rafforzate in una crescita sempre più culturale
e professionale. Ha offerto poi alla platea tre spunti di
riflessione.

1. Chi dobbiamo ringraziare per lo stato giuridico che
va in porto.
Senz’altro dobbiamo ringraziare le forze politiche e sociali
che portano a termine un impegno preso 18 anni fa. Senz’altro
dobbiamo ringraziare l’operato della CEI, ma soprattutto
dobbiamo ringraziare gli IR: E’ sul campo che è nata
questa esigenza.
2. Che valore ha il certificato d’idoneità per la
nostra professionalità.
L’idoneità va interpretata non come un controllo
e neppure come una garanzia, ma come un riconoscimento di
un servizio nella Chiesa. La missione della Chiesa è
frutto di una convergenza comunionale. L’IR ricevendo l’idoneità
non riceve un permesso per insegnare, ma un impegno ad essere
parte attiva nella chiesa sviluppando il sensus ecclesiae
nel lavoro che si va a fare.

3. Come valutare e valorizzare la confessionalità.
Il caso Italiano è un caso tipico ove gli IR sono
chiamati nella scuola, nell’autonomia e libertà della
professionalità, per comunicare dei valori , nella
prospettiva di una tradizione. Il nostro insegnamento deve
esplicitare una identità per un vero dialogo e interconfessionalità.
Il prof. Orazio Ruscica con un intervento molto chiaro e
senza nessuna retorica ha affermato che lo stato giuridico
degli IR è un problema di giustizia sociale, è
un problema della scuola e della sua capacità di
rispondere alle esigenze della società italiana del
nuovo millennio. Ha inoltre illustrato ampiamente la faticosa
tessitura di relazioni fatta di contatti, incontri dei parlamentari
con la base attraverso i diversi CONVIR che si sono attuati.
In questi incontri, caratterizzati da una vasta presenza
degli IR, sono stati sottolineati i veri nodi che necessitano
una migliora riformulazione per dare una adeguato e giusto
stato giuridico agli ultimi precari della scuola.
Ha ricordato ulteriormente l’iter della trattativa in corso
e ha colto l’occasione per ringraziare il min. Moratti per
aver presentato un buon testo, l’on. Valentina Aprea perché
si è impegnata a seguire con molto zelo l’iter parlamentare,
l’on. Tagliatatela e l’on. Campa perché hanno lavorato
di comune accordo per trovare soluzioni di difficile questioni
e condurre in porto un iter non certo facile. Assieme ai
ringraziamenti c’è l’amarezza per il comportamento
dei DS che continuano a dire no su tutto, anche su cose
sulle quali precedentemente avevano detto sì, dimostrando
ancora una volta che il loro obiettivo non è quello
di dare una collocazione ad una categoria di lavoratori,
ma quello di continuare il loro ruolo di opposizione nel
senso più deleterio, anche a costo di riesumare comportamenti
e ideologie classiste che sembravano tramontate con la vecchia
classe politica di sinistra. I DS hanno detto delle cose
gravi in parlamento, al limite del vergognoso.
Il tentativo demagogico della sinistra è quello di
scatenare tra i docenti della scuola una guerra tra poveri,
arroccandosi su presunti privilegi concessi agli IR. I parlamentari
dei DS volevano, in sostanza, migliorare le condizioni economiche
dei docenti di religione, ma non concedere il ruolo. A questo
noi diciamo fermamente NO: vogliamo uno stato giuridico
uguale a quello di tutti gli altri docenti e non certamente
l’elemosina.
Lo SNADIR vuole con i DS un confronto chiaro in un dialogo
aperto nel quale si dicono le cose come realmente stanno
senza piccinerie ideologiche.
Sull’attuale testo di legge, che, ripete il segretario nazionale,
è un buon testo, ci sono però due cose che
andrebbero precisate:
1. La questione del corso che precede il concorso.
2. La questione dell’elenco graduato permanente ad esaurimento.

Su queste questioni lo Snadir ha proposte concrete che presenterà
nelle sedi opportune, ma che già al CONVIR il prof.
Ruscica ha ampiamente illustrato nei suoi dettagli. Il cammino
verso lo stato giuridico è ancora irto di ostacoli,
ma lo SNADIR sta lavorando per non farsi trovare impreparato
di fronte alle possibili obiezioni e colpi di coda.
L’On. Valentina Aprea ha affermato col suo solito entusiasmo
che dal CONVIR parte un messaggio politico forte a tutto
il parlamento e questo incoraggerà sicuramente tutti
i colleghi parlamentari della maggioranza. L’On. Aprea si
è posta come obiettivo politico l’immissione in ruolo
degli IR, insegnanti a pieno titolo che nella scuola vivono
da protagonisti e non come degli esperti esterni che prestano
un servizio limitato.
Dopo tanti tentativi falliti di iniziativa parlamentare,
il parlamento sta discutendo su una iniziativa governativa.
La vivacità del dibattito si è concentrato
su tre questioni importanti.
La questione dei titoli di studio validi per il primo concorso.
Il governo non avrebbe potuto escludere gli IR che sono
stati in servizio con i titoli previsti dall’intesa. Ecco
perché si è lasciato cadere la polemica su
tutti i titoli di studio. Il concorso riservato, anche con
riferimento ai titoli, probabilmente sarà il primo
e l’ultimo che riconoscerà i titoli di studio previsti
dalla intesa.
L’on Aprea ha poi aggiunto che, una volta che gli IR sono
di ruolo nello stato, lo stesso non può impedire
il passaggio in un altro ruolo, sempre con il vincolo del
possesso dei requisiti o a mobilità all’interno del
comparto scuola.
Sulle modalità del concorso, che si potrà
attuare una volta sola e proprio perché lo stato
vuol supplire a una lunga latitanza verso l’immissione in
ruolo degli IR, si possono fare delle aperture (accogliendo
un ordine del giorno dei Senato), con adeguate proposte
che il sindacato può fare. Una volta attuato il concorso,
il 70% degli insegnanti va in ruolo immediatamente, il 30%
rimane in elenco e vengono assunti man mano che si liberano
i posti. Sul 30% è sempre l’ordinario diocesano che
decide.
Secondo la sottosegretaria la legge deve passare così
com’ è e con urgenza entro la fine dell’anno per
non perdere di nuovo il treno e la copertura finanziaria.
Ha inoltre rivolto un invito a tutti gli IR. di appassionarsi
alla lettura e allo studio della riforma Moratti nella convinzione
che gli IR possano dare un grosso influsso, nel team dei
docenti, nel valorizzare la formazione morale e spirituale
che la riforma propone. La dimensione religiosa della persona
non può non essere considerata nel cammino degli
studenti. L’ IRC pienamente contribuisce a determinare la
nuova scuola della riforma Moratti.
Il Sen. Gian Pietro Favaro ha insistito su un dato: quello
di avere una legge buona, e su una necessità: quella
di non toccarla per non avere i tempi allungati e dare una
sensazione di incertezza che non serve. Tutti, ha affermato
il Senatore, "siamo convinti che non si possono tenere
ancora dei "precari stabili". La proposta di legge
ha la possibilità di essere approvata. Noi non stiamo
facendo dei privilegi, né stiamo sanando una situazione
ma stiamo riconoscendo un diritto maturato abbondantemente.
La maggioranza su questo è compatta per un atto di
giustizia che si sta compiendo".
Il CONVIR si è concluso con la relazione della dott.ssa
Geneviève Locqueville la quale ha presentato l’EFTRE,
il Forum Europeo dei professori di istruzione religiosa,
che ha lo scopo di costituire un’organizzazione europea
per promuovere l’insegnamento dell’istruzione religiosa.
I membri EFTRE da molti anni desideravano allargare il forum
ai paesi latini ed ai cattolici del sud Europa. È
cosa fatta, soprattutto grazie alla riunione del 24 gennaio
in cui lo Snadir, rappresentato dai proff. Ruscica e Troìa,
ha fatto i suoi primi passi all’interno del forum e con
il quale si sono avute scambi di opinioni molto ricchi.
Molto rapidamente, ha proseguito la dott.ssa Locqueville,
"ci siamo resi conto che i nostri obiettivi erano simuli"
e, ha concluso con l’intenzione di accogliere i rappresentanti
dello Snadir al prossimo consiglio d’amministrazione del
settembre 2003 a Budapest.

Giovanni Palmese

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